Autonomia, dignità e benessere nella quotidianità
Quando si affronta una diagnosi di Alzheimer – sia come familiari che come caregiver – ci sono molte scelte da compiere. Una delle più importanti, e spesso sottovalutata, riguarda l’alimentazione.
Una dieta sana e bilanciata può davvero fare la differenza nella gestione quotidiana della malattia. Non parliamo di miracoli, ma di piccoli grandi gesti quotidiani che, nel tempo, possono migliorare la qualità della vita della persona assistita.
Mangiare bene aiuta la mente
Diversi studi hanno evidenziato come alcuni alimenti siano in grado di ridurre l’infiammazione cerebrale, sostenere le funzioni cognitive e aiutare a gestire sintomi come la confusione, la stanchezza o la perdita di peso.
In particolare, nutrienti come gli omega-3, la vitamina B12, i folati e le fibre giocano un ruolo importante nel supportare il cervello e il benessere generale.
Cosa portare a tavola
Ci sono cibi che, più di altri, possono essere utili per chi vive con l’Alzheimer. Tra questi:
Frutta e verdura: sono ricche di fibre e antiossidanti, che aiutano a proteggere le cellule cerebrali.
Pesce grasso: salmone, sgombro e sardine sono fonti naturali di omega-3, importanti per il cervello.
Noci e semi: ricchi di grassi buoni e antiossidanti.
Cereali integrali: forniscono energia costante e aiutano la digestione.
Legumi: ottima fonte di proteine vegetali e fibre.
Ovviamente ogni persona è unica: quello che funziona per qualcuno potrebbe non funzionare per altri. Ecco perché è fondamentale farsi affiancare da un medico o un nutrizionista, per creare un piano alimentare su misura.
La dieta mediterranea e altre buone abitudini
Negli ultimi anni, la dieta mediterranea è diventata un punto di riferimento per chi cerca di prevenire o rallentare il declino cognitivo. Ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi buoni come l’olio d’oliva, questa dieta è stata associata a un minore rischio di demenza in numerosi studi scientifici.
C’è poi la cosiddetta dieta mima-digiuno, studiata dal professor Valter Longo: un approccio nutrizionale che simula i benefici del digiuno pur senza eliminarne del tutto l’apporto calorico. I primi studi suggeriscono effetti promettenti sulla rigenerazione cellulare e sul rischio di malattie neurodegenerative.
Alimentazione sì, ma non solo
Una dieta sana è importante, ma da sola non basta. Anche l’attività fisica regolare può aiutare a mantenere attivo il cervello, così come un ambiente stimolante e sereno.
Nel frattempo, la ricerca continua: dagli studi su biomarcatori utili alla diagnosi precoce, fino alla sperimentazione sulla terapia genica, scienziati e medici sono al lavoro ogni giorno per offrire nuove prospettive alle persone affette da Alzheimer.